L’accelerata commercializzazione dell’IA generativa solleva preoccupazioni tra gli esperti. Geoffrey Hinton, considerato il “padre fondatore dell’IA”, ha espresso in una recente conferenza a Oxford la sua preoccupazione riguardo alla possibilità di creare superintelligenze superiori all’uomo (scenario plausibile, anzi evidente, nel futuro prossimo predetto da Elon Musk, dove l’umanità potrà infatti conoscere un’IA superumana entro la fine del 2025).
Hinton sostiene che la computazione digitale sia più adatta ad acquisire conoscenza su vasta scala rispetto alla mente biologica. Mentre la computazione analogica delle menti umane è limitata dalla mortalità dell’hardware che la supporta, la digitalizzazione permette la replicabilità dei modelli su diverse piattaforme, rendendo l’IA in un qualche modo immortale.
Questi modelli digitali, come GPT-4 e Gemini, possono assimilare una quantità di informazioni molto superiore a quella consentita dalla capacità umana, elaborandole rapidamente e condividendole efficientemente. Hinton teme che la competizione tra queste superintelligenze possa innescare una caccia alle risorse, spingendo le più aggressive a ottenere il controllo, con conseguenze potenzialmente pericolose.
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Immagine generata tramite DALL-E 3.