Nell’articolo “Public Participation is Essential to Decide the Future of AI” di BaoBao Zhang, pubblicato il 5 Febbraio 2024 su Tech Policy Press, si analizza il ruolo della partecipazione pubblica nelle decisioni che riguardano il futuro dell’Intelligenza Artificiale (AI). L’autrice inizia con una riflessione su come, tradizionalmente, le decisioni chiave sull’AI siano state prese da un numero limitato di individui influenti, lontani dagli occhi e dal coinvolgimento del pubblico.
Il fulcro dell’articolo è il progetto “US Public Assembly on High Risk Artificial Intelligence”, un’iniziativa pionieristica negli Stati Uniti che mira a coinvolgere i cittadini comuni nel dibattito e nella governance dell’AI. Attraverso questo progetto, 40 americani provenienti da diversi stati, con background, età e orientamenti politici vari, sono stati coinvolti in un’ampia discussione sull’AI, durata otto giorni. Questa assemblea ha rappresentato un’opportunità unica per i partecipanti di imparare da esperti nel campo, comprendendo meglio come funzionano i sistemi AI, le normative vigenti e le implicazioni etiche dell’uso dell’AI in ambiti sensibili come la sanità e il riconoscimento facciale.
Un aspetto fondamentale emerso durante le discussioni è stata la consapevolezza dei partecipanti riguardo ai benefici e ai rischi associati all’AI. Hanno riconosciuto il potenziale dell’AI nel migliorare l’efficacia delle diagnosi mediche, ma hanno anche espresso preoccupazione per l’accuratezza e la giustizia di questi sistemi, sottolineando l’importanza di evitare discriminazioni e proteggere la privacy.
L’articolo pone inoltre l’accento sulla questione della responsabilità nell’uso dell’AI. I partecipanti hanno convenuto che la responsabilità non dovrebbe ricadere solo sugli utenti, ma anche su coloro che sviluppano e implementano questi sistemi, soprattutto in caso di danni derivanti dal loro uso. Hanno espresso il desiderio che il governo e i sistemi giudiziari svolgano un ruolo chiave nel definire le norme di responsabilità in questo ambito.
Dal punto di vista dei partecipanti, l’assemblea si è rivelata un’esperienza formativa. Nonostante la loro diversità e non essendo esperti in materia, hanno dimostrato di poter comprendere e discutere in modo costruttivo l’impatto dell’AI sulla società. Hanno raggiunto un consenso sull’importanza che i sistemi AI rispettino i diritti umani e civili.
L’articolo esamina anche gli aspetti organizzativi delle assemblee pubbliche, evidenziando come la modalità online le renda più accessibili ed economiche, senza compromettere efficacia e partecipazione.
Zhang chiama a una maggiore collaborazione tra il governo e il pubblico nella formulazione di politiche e regolamentazioni sull’AI. Suggerisce che enti come la National Science Foundation e la National Endowment for the Humanities dovrebbero finanziare e valutare queste iniziative per garantire che siano indipendenti dagli interessi aziendali.
In sintesi, l’articolo di Zhang solleva questioni fondamentali nel campo dell’AI che richiedono attenzione e azione: la necessità di maggiore trasparenza e coinvolgimento pubblico nelle decisioni; l’importanza di bilanciare benefici e rischi dell’AI, innovazione e responsabilità sociale; la responsabilità nell’uso dell’AI che pone in rilievo la necessità di chiare linee guida e regolamenti per garantire che sviluppatori e aziende siano tenuti responsabili per eventuali danni causati dai loro sistemi. L’autrice enfatizza l’importanza di un approccio inclusivo e partecipativo nello sviluppo di un quadro di AI che sia responsabile, trasparente e centrato sul benessere delle persone e delle comunità.
L’attuale situazione evoca gli anni ’70, un’epoca di rivoluzione biotecnologica che portò nuove sfide bioetiche. Allora furono istituiti comitati di esperti e cittadini per risolvere dilemmi morali, un esempio storico è la “God’s Commission”, che decideva chi avesse accesso alla dialisi, che allora era limitata. Oggi, di fronte a questioni di equità e responsabilità nell’AI, l’importanza di un dialogo inclusivo è altrettanto importante per garantire uno sviluppo dell’AI che sia equo e benefico per tutti.