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Bolla o non bolla?

L’intelligenza artificiale generativa ha fatto impennare i titoli tecnologici quest’anno facendo quasi dimenticare agli investitori il pericolo corso con lo scoppio della bolla delle dot-com del 2000 alimentata dal boom tecnologico di internet.
Le azioni di Nvidia, ora la quinta azienda statunitense per valore di mercato e principale produttore di chip che supportano i sistemi di intelligenza artificiale, sono quasi triplicate nel 2023. La società ha previsto un fatturato record di 11 miliardi di dollari per il trimestre appena concluso.
Le azioni di aziende che hanno investito nell’AI come Meta e Amazon sono cresciute rispettivamente del 151% e del 65% nel 2023. Microsoft, che ha investito miliardi di dollari nel ChatGPT di OpenAI, è salita del 34%. Il Nasdaq è salito del 37% e l’S&P 500 ha guadagnato il 16%.
“Gli investitori possono trarre vantaggio dalla crescita guidata dall’innovazione, ma devono fare attenzione a non pagare più del dovuto” dicono gli analisti. Ma questo rally potrebbe non avere la natura altalenante della bolla delle dot-com perchè i beneficiari dell’intelligenza artificiale sono stati i titoli che già guadagnavano quest’anno. Non sta avvenendo come nel 1999, quando gli investitori correvano verso IPO (collocazioni in borsa) per startup senza un revenue model.

Da un altro punto di vista, la forte crescita di quelli che erano già da tempo i maggiori driver del mercato, ha alimentato le preoccupazioni per la concentrazione del mercato. I 10 maggiori titoli dell’S&P 500 ora comprendono più di un terzo del mercato, secondo Dow Jones Market Data. Rappresentavano il 27% dell’indice all’inizio dell’anno e meno di un quarto nel 2000. La concentrazione è un altro sintomo della possibilità di essere in una bolla speculativa.

Trovate l’analisi completa sul Wall Street Journal:

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