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Chatbot, estremismo e disinformazione: il caso di Gab AI

Il social network di estrema destra Gab ha introdotto una novità che sta suscitando non poche polemiche: quasi un centinaio di chatbot, tra cui figure controversie come Adolf Hitler, Donald Trump e l’Unabomber Ted Kaczynski. Alcuni di questi programmi avanzati sono programmati per diffondere teorie negazioniste sull’Olocausto, oltre a teorie del complotto sui vaccini e sul cambiamento climatico. Gab AI, la nuova piattaforma lanciata dall’azienda, ospita 91 diversi “personaggi”, alcuni dei quali etichettati come parodie, altre invece no (per esempio Hitler e Trump).

Questi chatbot rilanciano con vigore ideologie estremiste, amplificando narrative pericolose e spesso false. Ad esempio, il chatbot Arya promuove la teoria della “grande sostituzione” e nega apertamente il cambiamento climatico e l’esito delle elezioni presidenziali USA del 2020. La presenza di tali contenuti online solleva preoccupazioni significative sulla possibilità che questi strumenti digitali servano da eco-chambers per radicalizzare ulteriormente individui già simpatizzanti di questo tipo di ideologie.

Fondato nel 2016 da Andrew Torba, Gab si è rapidamente imposto come punto di riferimento per nazionalisti cristiani, cospirazionisti e estremisti di destra, dal momento che offre rifugio a chi è stato allontanato da piattaforme mainstream come Twitter, Instagram e Facebook. Torba, descrivendosi attraverso le sue dichiarazioni come un paladino della libertà di espressione, rivendica la scelta di ospitare un’ampia varietà di opinioni sulla sua piattaforma, anche quelle che contestano le narrazioni convenzionali su argomenti controversi. Questo approccio ha portato Gab al centro di accesi dibattiti sulla responsabilità delle piattaforme online nel contrastare la disinformazione e l’estremismo.

L’articolo completo su Wired.
Foto di Kajetan Sumila su Unsplash.

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