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Creare musica senza conoscenze musicali: la promessa e le preoccupazioni delle app AI

Immagine generata tramite DALL-E 3 (da Marta Baronio) che rappresenta un robot umanoide che compone improvvisando su una tastiera, immagine stile cartoon dai toni azzurri e poco arancione rosato.

Le app musicali basate sull’intelligenza artificiale stanno guadagnando terreno, promettendo di rivoluzionare il modo in cui la musica viene creata e consumata. Suno e Udio sono solo due esempi di questa crescente tendenza, consentono agli utenti di generare brani musicali a partire da testo. Tuttavia, mentre questa tecnologia offre una nuova possibilità di creazione artistica, solleva anche interrogativi fondamentali sul ruolo dell’IA nella produzione musicale.

Sebbene Suno e Udio offrano agli utenti la possibilità di creare musica senza conoscenze musicali specifiche, alcuni sostengono che questa semplificazione rischia di snaturare l’arte stessa della composizione musicale, temendo che il risultato sfoci in una perdita di controllo creativo e una standardizzazione delle produzioni musicali. L’idea di ridurre la musica a un prompt di testo solleva preoccupazioni sulla mancanza di comprensione e apprezzamento della complessità e dell’essenza dell’arte musicale. 

Mentre l’IA può essere un valido strumento per la creazione di musica, il timore è che questa semplificazione riduca l’arte stessa a una serie di algoritmi e parametri predefiniti.

Leggi l’articolo completo: AI Music Apps Will Eat the World su thealgorthmicbridge.com.

Immagine generate tramite DALL-E 3.

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