Una prospettiva innovativa sulla scienza dei dati e l‘etica dei dati informata dai principi del femminismo intersezionale.
Oggi, la scienza dei dati rappresenta una forma di potere. È stata impiegata per denunciare ingiustizie, migliorare l’esito della salute e rovesciare governi. Tuttavia, è stata anche utilizzata per discriminare, sorvegliare e esercitare controllo. Questa doppia faccia, capace sia di produrre bene che male, rende essenziale porre alcune domande fondamentali: Per chi opera la scienza dei dati? Per chi è destinata? Con quali interessi a cuore? Le narrazioni legate al big data e alla scienza dei dati sono prevalentemente bianche, maschili e legate a un’immagine tecnologica eroica. Nel libro “Data Feminism“, Catherine D’Ignazio e Lauren Klein propongono un nuovo approccio alla scienza dei dati e all’etica dei dati, ispirato al pensiero femminista intersezionale.
Attraverso esempi concreti, le autrici illustrano come la sfida alla dicotomia uomo/donna possa contribuire a contestare altri sistemi di classificazione gerarchica (spesso empiricamente errati). Spiegano come, ad esempio, una comprensione delle emozioni possa ampliare la nostra concezione di visualizzazione dei dati, e come il concetto di lavoro invisibile possa mettere in luce gli sforzi umani significativi necessari nei sistemi automatizzati. Dimostrano anche perché i dati non possono mai “parlare da soli”.
“Data Feminism” offre strategie per i ricercatori di dati che vogliono capire come il femminismo possa aiutarli a lavorare per la giustizia, e per le femministe che desiderano concentrare i loro sforzi nel campo in crescita della scienza dei dati. Tuttavia, il libro va oltre la questione di genere: affronta il tema del potere, chi lo detiene e chi no, e come questi differenziali di potere possano essere sfidati e cambiati.
Per maggiori informazioni: Data Feminism – MIT Press