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Ethics and AI: dalla lezione del Professor Mori (8/11/2023)

persone sorridenti con computer

Il Prof. Mori ha iniziato la lezione richiamando il libro “Le Radici del Romanticismo” di Isaiah Berlin che presenta due modelli dominanti della moralità, rappresentati rispettivamente dal pensiero greco e da quello ebraico.

Il modello greco, rappresentato da Platone, è razionalista e geometrico, basato sulla ricerca di una conoscenza assoluta e immutabile attraverso la logica e la geometria. Questo modello considera la realtà come ordinata e statica.

D’altra parte, il modello ebraico, derivato dalla Bibbia, enfatizza relazioni personali, come quelle tra Padre e Figlio, il perdono e il senso del dovere.

Berlin sottolinea che questi due modelli sono incompatibili e portano a visioni del mondo radicalmente diverse, influenzando la moralità secolare e religiosa. Il Prof. Mori ha ricordato che, contemporaneamente,  negli anni ’60, Thomas Kuhn stava elaborando la nozione di paradigma.

Il modello greco, guidato dalla ragione e privo di doveri assoluti, ha ispirato la morale secolare, basata su principi etici adattabili al cambiamento sociale. Nel contempo, il modello ebraico, centrato su un Dio personale, persiste nella morale religiosa, ancorata a norme divine considerate assolute. La tensione tra morale secolare e religiosa si è acuita con lo sviluppo delle tecnologie capaci di cambiare la realtà fisica e organica, compresa quella umana.

Alla luce di questi diversi quadri culturali analizzati da Berlin, si può affrontare la sfida etica centrale nell’era dell’intelligenza artificiale: come le macchine, specialmente quelle che costruiscono altre macchine, possono influenzare l’umanità?

Mori critica l’Appello per l’Etica dell’AI avanzato dalla Pontificia Accademia per la Vita, contestando l’implicita assunzione di un’umanità immutabile. Sottolinea come l’etica proposta sembri ancorata a un modello antiquato, nel quale l’intelligenza artificiale è considerata un semplice strumento esterno che facilita le azioni umane senza apportare cambiamenti sostanziali alla natura umana stessa.

Il problema centrale sollevato riguarda l’assunzione che l’AI sia un “quadro che regola e agisce per il bene dell’umanità”, come se l’umanità rimanesse invariata nel suo nucleo.  La trasformazione digitale è vista da Mori come una forza che cambierà la percezione della realtà e la stessa natura umana.

Mori afferma che la tecnologia, in particolare l’intelligenza artificiale, non è un mero strumento esterno, ma sta gradualmente contribuendo a ridefinire la natura umana. Pertanto, un approccio etico che ignori questa trasformazione rischia di essere obsoleto, e la necessità di nuovi valori etici e regole diventa fondamentale per guidare la cooperazione tra gli esseri umani e le macchine intelligenti in questa nuova era.

Nell’ultima parte della lezione, molto interattiva, c’è stata una discussione sul ruolo crescente dell’intelligenza artificiale. Le nostre decisioni saranno profondamente influenzate dall’intelligenza artificiale, non solo nella scelta delle vacanze, ma forse anche nelle decisioni su quale lavoro scegliere, quale facoltà frequentare, quale università, come formare famiglie e tutte questo cambierà profondamente la nostra natura.

È emersa l’idea che gli obiettivi di sviluppo sostenibile rappresentano un possibile punto di riferimento, poiché mirano a migliorare la qualità della vita globale e a preservare l’ambiente, fornendo una guida etica globale per la tecnologia, inclusa l’intelligenza artificiale. Mori ha replicato che quando parliamo di sviluppo sostenibile dobbiamo selezionare attentamente all’interno dell’ambiente ciò che ha un valore strumentale per gli esseri capaci di provare sentimenti, l’ambiente non ha un valore intrinseco assoluto.

Ha concluso affermando che: “ciò che mi rende ottimista è il fatto che, nonostante le sfide, la nostra società ha dimostrato una tendenza a evolversi verso valori più etici e umani. C’è un crescente riconoscimento dell’importanza di considerare non solo gli esseri umani ma tutti gli esseri sensienti e l’ambiente. Speriamo che questo riconoscimento continui a guidare il nostro progresso tecnologico in modo etico. Il dialogo aperto e la discussione critica sono fondamentali in questo processo”. Nella sua visione, l’intelligenza artificiale è un motore di progresso etico piuttosto che una minaccia.

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