Yuval Harari, storico e saggista israeliano, ha redatto un lungo articolo sul The New York Times sui pericoli derivanti dall’applicazione incontrollata dell’intelligenza artificiale, sulla frenetica corsa verso l’AI e sulle prospettive che ne derivano per l’umanità.
Ecco un estratto:
Le aziende farmaceutiche non possono vendere alla gente nuovi farmaci senza prima sottoporre i loro prodotti a rigorosi controlli di sicurezza. Allo stesso modo, i sistemi di intelligenza artificiale con la potenza del GPT-4 e oltre non dovrebbero entrare nelle vite di miliardi di persone a un ritmo più veloce di quanto siamo in grado di gestire.
La corsa a dominare il mercato non dovrebbe stabilire la velocità di implementazione della tecnologia. Dovremmo muoverci a qualsiasi velocità ci consenta di fare le cose per bene.
Dobbiamo fare i conti con l’IA prima che la nostra politica, la nostra economia e la nostra vita quotidiana ne diventino dipendenti. La democrazia è una conversazione, questa è basata sul linguaggio e quando il linguaggio stesso viene violato, la conversazione si interrompe e la democrazia diventa insostenibile.
Con l’IA possiamo ancora scegliere il futuro che vogliamo. Quando le grandi potenzialità della tecnologia saranno abbinate a responsabilità e controllo commisurati, potremo realizzare i benefici che l’IA promette.
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