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Intelligenza artificiale: verso la fine della programmazione?

In un’epoca in cui i grandi modelli di linguaggio (LLM), come ChatGPT, sono ancora agli albori, sorge un dibattito cruciale sul loro reale potenziale. Queste potenti reti neurali, capaci di generare testo coerente e comprensibile, stanno suscitando domande sulla loro capacità di comprendere il mondo e sul loro ruolo nell’informatica.

I LLM operano attraverso analisi statistiche dei testi di addestramento, ma la loro capacità di apprendimento sembra spingersi oltre la semplice associazione di parole. Alcuni ritengono che possano acquisire una forma di comprensione del mondo attraverso l’esposizione a una vasta quantità di testo. Questa prospettiva sfida l’idea che l’esperienza diretta sia l’unico modo per acquisire conoscenza.

Tuttavia, i critici definiscono i LLM “pappagalli stocastici”, sostenendo che, nonostante la loro fluidità nel linguaggio, manchino di comprensione. La questione centrale è se queste macchine possano davvero “pensare” o se siano semplici generatori di parole.

L’uso dei LLM nella programmazione è un’altra area di interesse. Loro possono svolgere il ruolo di programmatori, creando codice coerente. Tuttavia, il dibattito sull’intelligenza di fondo persiste.

Il futuro dei LLM nell’informatica rimane incerto. Potrebbero rivoluzionare la programmazione e altri campi, o potrebbero scomparire come altre promettenti innovazioni dell’IA del passato. Solo il tempo dirà quale direzione prenderanno i LLM e quale sarà il loro impatto nel mondo dell’intelligenza artificiale.

Leggi qui l’intero articolo: AI and the end of programming

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