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Un passo avanti per il Digital Markets Act, ma rimangono ancora grandi domande

La scorsa settimana, la Commissione europea ha pubblicato il tanto atteso elenco dei c.d. “gatekeepers” ai sensi del Digital Markets Act (DMA).

Esso richiede, a tali gatekeepers individuati, di rispettare una vasta gamma di obblighi volti a prevenire comportamenti anticoncorrenziali e promuovere la contestabilità nei mercati digitali. Gli obblighi ad ampio raggio per i gatekeeper includono l’abilitazione dell’interoperabilità tra servizi di messaggistica concorrenti, consentendo agli utenti finali di scaricare app store di terze parti, nonchè l’astenzione da preferenze automatiche per i propri servizi.

In totale, sono stati individuati sei gatekeepers: Alphabet, Amazon, Apple, TikTok – Bytedance, Meta e Microsoft.

Così l’ampiezza e la relativa velocità dei passi in avanti compiuti per il DMA sono più che ben gradite.

Tuttavia, non sono mancati dei dubbi. Ad esempio sembrano essere sfuggiti i servizi di cloud computing (AWS, Azure, Google Cloud), e-mail (Gmail, Outlook) ed assistenza virtuale (Siri, Alexa, Google Assistant).

Altre omissioni degne di nota includono Microsoft Teams (attualmente soggetto ad un’indagine antitrust dell’UE) ed il sistema operativo MacOS di Apple.

Non è chiaro perché la Commissione non abbia preso in considerazione questi servizi.

In un comunicato stampa è stato affermato che, sebbene Gmail e Outlook (così come Samsung Internet Browser) abbiano soddisfatto le soglie per la designazione ai sensi del DMA, la Commissione ha scelto di esentarli a seguito di “argomenti sufficientemente giustificati” presentati dalle società.

Nulla di più.

E’ chiara allora la necessità che la Commissione pubblichi i dettagli e fornisca specifiche sulle sue motivazioni, sia per l’inclusione che per l’esclusione di società e servizi specifici. Ciò anche in considerazione della crescente evidenza di pratiche anticoncorrenziali, e di denunce ricevute dalla Commissione stessa, per servizi di cloud o comunque attinenti tale ambito.

Leggi l’articolo completo:

A Step Forward for the Digital Markets Act, But Big Questions Remain – Tech Policy Press

Immagine di copertina via DuckDuckGo

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