La disinformazione e l’incitamento all’odio che circolano sui social media sono diventati una minaccia per il giornalismo ed i diritti umani; in altre parole, uno strumento di polarizzazione politica e di violenza.
Il tempo in cui pensavamo che i contenuti di Internet potessero essere gratuiti e non regolamentati è finito: è necessario un qualche tipo di regolamentazione e di ciò ci si interroga in Brasile come in tutto il mondo.
Proprio come negli Stati Uniti, i dibattiti sulla disinformazione e la libertà di parola in Brasile riflettono la polarizzazione politica del paese.
I regolamenti che riguardano la responsabilità tecnologica ed anche la remunerazione per gli editori di notizie non sono ancora stati approvati.
Nella primavera del 2023, la cosiddetta “legge sulle notizie false” è stata ritirata dal relatore Oswaldo Silver, che ha chiesto più tempo per rivedere il disegno di legge. Quest’ultimo era diventato così grande che si è deciso di ritirarlo e dividerlo in due.
Di conseguenza, ora ci sono due disegni di legge in esame.
Il disegno di legge PL 2630 è simile al Digital Services Act dell’UE e ne trae persino spunto per il linguaggio tecnico utilizzato. Imporrebbe nuove responsabilità per le piattaforme e requisiti di trasparenza algoritmica e creerebbe nuove regole che richiedono la rimozione rapida di informazioni illegali, specialmente durante le elezioni.
Il secondo disegno di legge, PL 2370, richiederebbe, invece, alle piattaforme di remunerare gli editori per le notizie che distribuiscono. Tra le tante, una disposizione sorprendente è la disposizione “must carry” che impedirebbe alle piattaforme di social media di penalizzare gli editori eliminando le loro notizie dalle piattaforme.
Inoltre, il Brasile sembrerebbe essere più avanti degli Stati Uniti nella regolamentazione della grande tecnologia, poiché sta anche pianificando un disegno di legge sull’IA ed aggiornando il famoso Marco Civil per includere una qualche forma di nuova responsabilità intermediaria per le piattaforme.
Nonostante le dispute, il segretario Joã0 Brant afferma di essere fiducioso che il disegno di legge sulla remunerazione dei contenuti passerà, si spera, entro la fine dell’anno.
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Immagine di copertina via DuckDuckGo