Il potere dei social media risiede anche nella facilitazione della comunicazione e dell’espressione, ma hanno anche la responsabilità di moderare i contenuti che promuovono violenza, odio e discriminazione. In particolare, si sono verificati alcuni episodi su Twitter (ora noto come “X”) durante un periodo di violenza nella regione della Cisgiordania, in particolare nel villaggio di Huwara, in seguito all’omicidio di due coloni israeliani da parte di un palestinese.
La piattaforma X ha sotto-moderato i contenuti in lingua ebraica che incitavano all’odio e alla violenza contro i palestinesi, contribuendo alla violenza fisica nel mondo reale. Anche i contenuti palestinesi e arabi sulla piattaforma sono stati sovra-moderati, con la rimozione errata di contenuti e account.
Queste politiche di moderazione scorrette portano a gravi danni, mettendo in pericolo i diritti fondamentali dei palestinesi e delle comunità vulnerabili. Rimane perciò centrale e necessaria un’azione urgente da parte delle piattaforme di social media per proteggere le comunità vulnerabili e che la cooperazione con la società civile locale rimanga il fulcro per creare un ambiente online sicuro, libero e equo per tutti.
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