Sebbene siano ancora ad uno stadio embrionale, si registra un numero crescente di cause intentate di recente ed associate a pratiche, prodotti e servizi inerenti l’intelligenza artificiale generativa, che hanno fornito un primo sguardo significativo su come i tribunali statunitensi possono affrontare questioni riguardanti la privacy, la sicurezza dei consumatori e la protezione della proprietà intellettuale, sollevate dall’utilizzo di questo nuovo tipo di tecnologia.
Ad oggi, i tribunali sono apparsi riluttanti nell’imporre una responsabilità sugli sviluppatori di intelligenza artificiale, rilevando, molto spesso, una mancanza di dettagli specifici, fattuali e tecnici, necessari per poter coltivare una causa .
Di seguito una panoramica sulle accuse più diffuse e sulle relative difese:
Privacy: sul punto si sostiene spesso che la pratica di utilizzare set di informazioni raccolti da Internet per addestrare gli strumenti di intelligenza artificiale generativa costituisca furto, appropriazione indebita e violazione dei diritti di privacy.
Copyright e marchi: sono stati presentati numerosi casi, contro sviluppatori di intelligenza artificiale generativa, aventi ad oggetto violazioni della legge su copyright e/o marchi a fronte dell’utilizzo di dati pubblicamente disponibili.
Riconoscimento facciale: lo scambio digitale con volti di celebrità e personaggi pubblici, in foto e video, è stato recentemente etichettato come violazione del diritto di pubblicità o del diritto di privacy in caso di utilizzo delle informazioni facciali degli utenti di senza il loro consenso.
Illeciti: Il fornire una risposta ad un prompt è stato recentemente ricollegato ad un’imputazione per diffamazione.
C’è poi una varietà di difese. I temi più comuni includono:
- la mancanza di posizione, ove gli attori non riescano a dettagliare l’utilizzo improprio ed i conseguenti danni associati alla divulgazione dei loro dati anonimi;
- la dottrina del “fair use”: il fair use è una difesa alle richieste di violazione utilizzata ove il materiale protetto da copyright venga usato in modo “trasformativo”. L’uso trasformativo può verificarsi quando il materiale protetto da copyright viene utilizzato per servire diverse “funzioni” di mercato o espandere l'”utilità” dell’opera protetta da copyright. La dottrina sembra particolarmente appropriata per il processo di formazione dell’IA, che non comporta la copia tradizionalmente inammissibile e la riproduzione commerciale di opere protette da copyright, ma analizza solo il materiale protetto da copyright per rilevare modelli, nel tentativo di sviluppare una nuova “funzione” o “applicazione”, vale a dire un grande modello linguistico o un altro prodotto generato e derivato con l’intelligenza artificiale.
- legalità del cosiddetto “data scraping”: deve, infatti, distinguersi tra dati pubblicamente disponibili e dati contrassegnati come “privati”. L’accesso ai dati pubblicamente disponibili non costituisce accesso senza autorizzazione, a meno che tali dati non siano stati contrassegnati come “privati”.
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RECENT TRENDS IN GENERATIVE ARTIFICIAL INTELLIGENCE LITIGATION IN THE UNITED STATES – K&L GATES
Immagine di copertina via DuckDuckGo