È assolutamente essenziale che l’AI Act metta le persone al primo posto e regoli l’uso dell’IA nelle forze dell’ordine, nella migrazione e nella sicurezza nazionale.
La posizione del Parlamento ha aggiunto protezioni essenziali per i diritti fondamentali, come il divieto di sorveglianza di massa biometrica negli spazi pubblici, il riconoscimento delle emozioni, la polizia predittiva e la categorizzazione biometrica, nonché il divieto di esportazione di tali dati.
Questi sono usi veramente distopici dell’IA che minano il nucleo dei diritti, delle libertà e della democrazia. Inoltre, sono oggettivamente incompatibili con i diritti fondamentali, e questo è stato confermato dal Comitato europeo per la protezione dei dati e dal Garante europeo della protezione dei dati nel loro parere congiunto sulla legge sull’IA, dove hanno richiesto proprio questi divieti.
Nell’approccio generale del Consiglio, così come nei recenti testi di compromesso, sono state però presentate delle pericolose scappatoie per consentire alle forze dell’ordine ed alle autorità migratorie di eludere gli obblighi essenziali di trasparenza pubblica. Ciò priverebbe le persone di informazioni essenziali e di base sui sistemi di intelligenza artificiale più dannosi che possono essere utilizzati in modo improprio contro di loro.
È stata aggiunta anche un’esenzione generale per i sistemi sviluppati o utilizzati per scopi di sicurezza nazionale, che contraddice sia i trattati che la giurisprudenza.
I diritti fondamentali delle persone coinvolte da IA non possono essere compromessi. Sacrificare le protezioni essenziali per i diritti fondamentali renderebbe l’AI Act inaccettabile ed inadatto allo scopo.
Così l’invito, rivolto al Parlamento europeo, a resistere ai tentativi di diluire queste protezioni essenziali.
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Open letter: European Parliament must stand strong on AI Act fundamental rights protections
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