In primavera, la Gran Bretagna sembrava piuttosto rilassata in merito all’ascesa dell’IA.
Poi qualcosa è cambiato.
Il White Paper sull’intelligenza artificiale – svelato a marzo – ha affrontato i “rischi esistenziali” della tecnologia nascente in sole quattro parole: alto impatto, bassa probabilità.
Meno di sei mesi dopo, il primo ministro Rishi Sunak si è mostrato turbato dall’IA, tanto da annunciare un vertice internazionale sulla sicurezza dell’IA ed istituire una task force con grandi aspirazioni globali.
Questo bouleversement è probabilmente associato ad un’ideologia controversa e popolare nella Silicon Valley.
Si tratta dell’”effective altruism”, letteramente “altruismo efficace”: un movimento concepito negli antichi college dell’Università di Oxford, finanziato dall’élite della Silicon Valley, e sempre più influente sul posizionamento del Regno Unito in materia di IA.
Non tutti sono convinti che quello adottato sia l’approccio giusto, e c’è una crescente preoccupazione sui rischi che la Gran Bretagna potrebbe correre.
Gli altruisti efficaci, infatti, arrivano a sostenere che l’IA potrebbe un giorno distruggere l’umanità; ciononostante essi credono, in generale, che l’IA debba essere perseguita a tutti i costi.
I legami del movimento con la Silicon Valley spingono anche alcuni a mettere in discussione la sua obiettività. Non a caso, i tre laboratori di intelligenza artificiale più importanti, OpenAI, DeepMind e Anthropic, vantano tutti connessioni con tracce del movimento variamente impresse sulla loro etica, ideologia e portafogli.
L’Università di Oxford rimane un centro ideologico per il movimento ed ha generato una fiorente rete di think tank ed istituti di ricerca che fanno pressione sul governo in merito a rischi a lungo termine o esistenziali, tra cui il Centre for the Governance of AI (GovAI) ed il Future of Humanity Institute dell’Università di Oxford.
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How Silicon Valley doomers are shaping Rishi Sunak’s AI plans – Politico
Immagine di copertina via DuckDuckGo
