Il Mulino, 11 settembre 2023
L’articolo affronta la sfida della regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale (IA), concentrandosi sulla distinzione tra la vecchia IA e la nuova IA basata su reti neurali.
La vecchia IA si basava su programmi scritti da esseri umani, i quali conferivano all’IA una conoscenza esplicita e limitata. In contrasto, la nuova IA utilizza reti neurali che imitano i processi biologici del cervello umano. Durante l’addestramento, queste reti neurali apprendono da enormi database, raffinando gradualmente le connessioni tra neuroni artificiali e sintetizzando una conoscenza nuova da dati grezzi. Questo processo rende l’IA basata su reti neurali diversa, in quanto la macchina non è più limitata dalla conoscenza iniziale del programmatore.
Queste nuove macchine di IA non possono essere considerate semplici strumenti. Sono “agenti” che interagiscono con gli esseri umani, tra loro e con altre macchine nell’ecosistema dell’IA. Questo rappresenta una sfida unica nella regolamentazione poiché richiede un cambiamento radicale nella prospettiva: dall’antico binomio uomo-macchina al nuovo ecosistema uomo-IA-macchina. Mentre siamo abituati a gestire relazioni tra esseri umani e macchine, dobbiamo ancora comprendere appieno la natura delle interazioni con le nuove IA.
È essenziale definire come distribuire la responsabilità e sviluppare metodi innovativi per garantire il corretto funzionamento di queste nuove entità che, sebbene diverse da noi, non sono più semplici strumenti ma “agenti” con una loro intelligenza in continua evoluzione.
Potremmo sintetizzare l’articolo affermando che la nuova IA, che ha come modello la biologia, sta cambiando la prospettiva nella gestione delle relazioni tra umani e IA e ci spinge a ridefinire il concetto di ‘agente responsabile’.
Per essere agenti responsabili basta avere la capacità di prendere decisioni autonome in base a determinati obiettivi o parametri, o serve anche avere la capacità di porsi dei fini?
Leggi l’articolo: IA: PERCHÉ È DIFFICILE DA DISCIPLINARE
Foto di National Cancer Institute su Unsplash