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Cosa sanno le Big Tech della nostra salute

I dettagli più intimi della nostra salute non sono altro che dati.

Lasciamo tracce digitali riguardanti la salute ovunque andiamo: richiedendo una prescrizione online, facendo clic su un collegamento, chiedendo ad un motore di ricerca i dosaggi o le indicazioni per una patologia, facendo acquisti online o offline, partecipando ai test genetici per i consumatori, salendo su una bilancia intelligente o utilizzando un termometro intelligente, unendoci ad un gruppo Facebook o ad un server Discord per persone con una determinata condizione medica, utilizzando attrezzature sportive connesse ad Internet, usando un’app o un servizio per contare i passi o monitorare il ciclo mestruale o registrare gli allenamenti.

Anche i dati demografici e finanziari non correlati alla salute possono essere aggregati e analizzati per rivelare o dedurre informazioni sensibili sulle condizioni di salute fisica o mentale delle persone.

Tutte queste informazioni sono preziose per gli inserzionisti e per le aziende tecnologiche che vendono spazi pubblicitari e targeting. Sono preziose proprio perché sono intime: più di ogni altra cosa, la nostra salute guida il nostro comportamento. E quanto più queste aziende sanno, tanto più facilmente potranno influenzarci.

Naturalmente, non tutte le nostre informazioni sanitarie finiscono nelle mani di chi cerca di sfruttarle. Ma quando ciò accade, i rischi sono alti: se un inserzionista o un algoritmo dei social media deduce che le persone hanno specifiche condizioni mediche o disabilità e successivamente le esclude dal ricevere informazioni su alloggi, lavori o altre risorse importanti, ciò limita le opportunità di vita delle persone.
Se le nostre informazioni riservate finiscono nelle mani sbagliate, corriamo un rischio maggiore di frode o furto di identità: le persone potrebbero utilizzare i nostri dati per aprire linee di credito o per impersonare noi stessi per ottenere servizi medici o farmaci illegalmente, il che può portare non solo ad un rating creditizio danneggiato, ma anche a polizze assicurative annullate e negazione delle cure.
Le nostre informazioni personali sensibili potrebbero persino essere rese pubbliche, causando molestie e discriminazioni.

In assenza di una legislazione completa sulla privacy dei dati che tenga conto di tutte le nuove tecnologie che ora hanno accesso alle nostre informazioni sanitarie, i nostri dati più intimi sono governati da un mosaico irregolare di leggi e regolamenti che non possono competere con le enormi aziende che ne sono destinatarie.

Le persone inseriscono i loro sintomi nei motori di ricerca o compilano questionari online o scaricano app non perché non si preoccupino o non pensino alla loro privacy. Fanno queste cose perché vogliono aiuto e Internet è il posto più semplice, veloce, economico e naturale in cui trovarlo.

La tecnologia per le esigenze sanitarie fornisce un servizio innegabile, soprattutto in un paese afflitto da disparità sanitarie. Dunque, è ora che le leggi progettate per proteggere le nostre informazioni sanitarie vengano aggiornate.

Leggi l’articolo completo:

What Big Tech Knows About Your Body – The Atlantic

Immagine di copertina via DuckDuckGo

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