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L’IA per come la NON conosciamo: la riflessione di Mustafa Suleyman

In un’intervista recente con Mustafa Suleyman, co-fondatore di DeepMind, la conversazione ha spaziato dal potenziale dell’IA ai suoi pericoli. ChatGPT, un sistema di intelligenza artificiale, è stato menzionato come esempio delle capacità dell’IA, anche se non è riuscito a generare domande veramente originali. Suleyman ha discusso del ruolo dell’IA nel supportare l’assistenza sanitaria mentale e del potenziale dell’IA nel fornire supporto emotivo.

L’esperienza di vita di Suleyman, cresciuto in condizioni di relativa povertà e separazione familiare, ha plasmato la sua prospettiva sul potenziale dell’IA nel fornire supporto ed incoraggiamento, in particolare per coloro che ne sono privi. Egli vede l’IA come uno strumento per aiutare le persone a svolgere compiti concreti.

Tuttavia, nel suo libro “The Coming Wave“, si addentra nel lato più oscuro dell’IA, sottolineando i rischi che essa comporta. Suleyman crede che l’IA ridurrà drasticamente il costo di raggiungere vari obiettivi, democratizzando l’accesso alle sue capacità. Ma mette in evidenza quattro sfide chiave: effetti asimmetrici, iperevoluzione, omni-uso e autonomia. Questi fattori potrebbero consentire a cattivi attori di abusare dell’IA in modi che potrebbero portare a una catastrofe.

La biotecnologia, unita all’IA, presenta possibilità e sfide straordinarie. Lo sviluppo rapido dell’IA, unito al suo potenziale di raffinare autonomamente se stessa, solleva preoccupazioni. Suleyman crede che i rischi siano spesso sottovalutati dalle élite tecnologiche.

Egli chiede strategie per contenere i rischi dell’IA, come l’aumento del numero di ricercatori sulla sicurezza e l’istituzione di trattati internazionali per la regolamentazione. Sebbene Suleyman riconosca i potenziali pericoli dell’IA, vede anche il suo potenziale nel plasmare la società per il meglio quando gestita in modo responsabile.

Suleyman ha avuto un ruolo nel plasmare le considerazioni etiche nello sviluppo dell’IA ed è impegnato nell’affrontare le sfide dell’IA. La sua ottimismo è temperato da un senso di urgenza nell’intervenire e mitigare i potenziali rischi dell’IA.

Leggi l’intero articolo qui: ‘I hope I’m wrong’: the co-founder of DeepMind on how AI threatens to reshape life as we know it

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