I grandi colossi come Google e Apple hanno implementato “Mary“, “Archie“, “Madison” e altre voci narranti digitali per leggere i propri libri agli ascoltatori, sostituendo così i narratori umani.
Le ragioni dietro a questa nuova implementazione è molto chiara: business. Eliminando la parte “umana”, si riducono drasticamente tempo e costi e i colossi possono continuare a fatturare cifre da capogiro.
Cosa succede però dal punto di vista creativo? Il rischio è quello della de-personalizzazione della lettura, della mancanza di emozioni nelle voci generate dall’IA e dell’impersonalità.
Per ora piattaforme come Audible hanno dichiarato di non voler ricorrere a voci narranti generate dall’IA ma di voler offrire ai propri ascoltatori audio-books letti da narratori umani.
Certo è che bisognerà prestare sempre più attenzione a questa nuova tendenza che rischia di lasciare sempre più in secondo piano il meticoloso lavoro di narratori ultra esperti.
Leggi l’intero articolo: AI is coming for your audiobooks. You’re right to be worried.