Sull’onda di quanto sta accadendo oltreoceano, anche in Italia ci si chiede se le opere d’arte – generate tramite intelligenza artificiale – siano tutelate dal diritto d’autore; oppure no, posto che trattasi di contenuti frutto di elaborazione di algoritmi, che rispondono alle istruzioni impartite dall’utilizzatore finale e che così mancherebbero dell’apporto creativo dell’autore medesimo.
Per il momento, il legislatore italiano e quello comunitario hanno escluso che la macchina, ovvero il modello di IA generativa, possa essere qualificato come autore dell’opera.
Questo perché un’opera può essere protetta se è una creazione nuova e dotata di carattere creativo. Il requisito della “creazione intellettuale” è esplicito nel concetto di opera letteraria e artistica sancito per esempio dalla Convenzione di Berna, e poi dall’ordinamento italiano, in base al quale l’opera tutelabile ai sensi del diritto d’autore è quella frutto “dell’ingegno” e dotata di “carattere creativo” appartenente alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro o alla cinematografia, ma anche (a determinate condizioni) i software e le banche dati, “qualunque ne sia il modo o la forma di espressione”.
La definizione in discorso è comunemente interpretata nel senso che l’opera deve essere nuova e originale, laddove per originale si intende che deve essere espressione della creazione intellettuale dell’autore stesso. Dunque, il fatto che solo un essere umano possa essere un autore di un’opera sembra al momento un punto fuori discussione in pressoché tutti gli ordinamenti europei, nonché negli Stati Uniti.
Tuttavia, di recente una sentenza della Suprema Corte di Cassazione italiana ha stabilito che un’opera realizzata con l’intelligenza artificiale è frutto dell’ingegno dell’utente, ma rimane necessario verificare se e in quale misura l’utilizzo del software ha assorbito l’elaborazione creativa dell’artista che se ne sia avvalso.
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La Corte di Cassazione ha detto la sua sul diritto di autore dell’intelligenza artificiale – Wired
Immagine di copertina via DuckDuckGo