L’azienda ha permesso ai suoi ingegneri di utilizzare l’AI per risolvere i problemi con il loro codice sorgente. Nel farlo, però, i lavoratori hanno inserito dati riservati, come il codice stesso, appunti di riunioni interne e dati relativi al loro hardware.
Il risultato è che in poco meno di un mese sono stati registrati tre casi di fuga di informazioni sensibili.
Non sembra che Samsung abbia alcuna possibilità di richiedere il recupero o la cancellazione dei dati, ora in possesso di OpenAI.
Alcuni sostengono che proprio questo fatto renda ChatGPT non conforme alle norme del GDPR sulla Protezione dei Dati Personali.
È anche uno dei motivi per cui l’Italia ha recentemente vietato l’uso di ChatGPT a livello nazionale.