L’evoluzione della tecnologia ci porta ad affrontare una nuova minaccia: i “cognitohazard”, ovvero i rischi cognitivi, quegli elementi che possono compromettere la nostra salute mentale. Dai deepfake iperrealistici che manipolano le nostre emozioni, ai giochi e ai video che dirottano la nostra attenzione, sembrerebbe che la tecnologia stia diventando sempre più pericolosa per la nostra mente.
Il romanzo di Neal Stephenson del 1992, “Snow Crash”, ha anticipato molte di queste idee, presentando un mondo in cui un’immagine nel metaverso può danneggiare il cervello di chi la guarda. L’espansione dei deepfake ha reso sempre più difficile distinguere ciò che è reale da ciò che è falso. Anche l’etichettatura dei contenuti non sembra essere abbastanza per proteggere gli individui, poiché la potente psicologia sociale può spingere le persone a credere anche a informazioni false. Ci sono anche i giochi “idle” (incrementali) e i “video domino”, che catturano l’attenzione degli utenti e li coinvolgono per ore, se non giorni, senza che se ne rendano conto. Questi possono diventare veri e propri rischi cognitivi, in quanto possono incidere negativamente sulla produttività e il benessere mentale degli utenti.
Diventa sempre più centrale capire i rischi che la tecnologia può avere sulla salute mentale delle persone, studiandone approfonditamente i rischi cognitivi.
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