Il governo degli Stati Uniti ha in mente di rendere i broker di dati destinatari di nuove normative incentrate sulla privacy, le quali mirano a salvaguardare milioni di informazioni personali degli americani da violazioni, uso criminale e persino chatbot di intelligenza artificiale. La proposta del Consumer Financial Protection Bureau (CFPB infra) estenderebbe i regolamenti esistenti che disciplinano i rapporti di credito, i registri degli arresti e altri dati, a ciò che l’agenzia descrive come “industria della sorveglianza” o quell’economia tentacolare di imprese che trafficano informazioni personali sempre più digitalizzate.
Le potenziali regole, che non sono ancora pubbliche o definitive, potrebbero proibire ai broker di dati di vendere determinati tipi di informazioni sui consumatori, incluso lo storico finanziario o criminale, salvo circostanze specifiche, ha affermato il CFPB. Una tale manovra potrebbe anche riguardare nuove restrizioni sulla vendita di informazioni personali come numeri di previdenza sociale, nomi e indirizzi, che i broker di dati spesso acquistano dalle principali agenzie di segnalazione del credito per creare i propri profili sui singoli consumatori.
Emessi ai sensi del Fair Credit Reporting Act, i regolamenti cercherebbero di garantire che i broker di dati – che vendono tali informazioni sensibili – lo facciano solo per scopi finanziari validi, come controlli dei precedenti occupazionali o decisioni in merito al credito, e non per scopi non correlati che potrebbero consentire a terzi di utilizzare i dati per, ad esempio, addestrare algoritmi di intelligenza artificiale o chatbot.
Le iniziative dell’agenzia mostrano come, negli USA, non si sia effettivamente riusciti a produrre una legge completa sulla privacy a livello nazionale, nonostante anni di negoziati con i legislatori e l’affermazione delle normative sulla privacy all’estero.
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