Il ruolo critico della regolamentazione nell’adozione degli agenti AI 

Gli “agenti” di intelligenza artificiale promettono di svolgere compiti reali nel mondo reale, come prenotare vacanze o pagare bollette. Ma è davvero una buona idea? La recente evoluzione dell’IA solleva domande fondamentali sul futuro del lavoro e della sicurezza.

Attualmente, l’IA è come uno stagista veloce ma un po’ disattento: utile, ma richiede costante supervisione umana. Tuttavia, i pionieri dell’IA puntano a qualcosa di più: agenti in grado di svolgere compiti complessi senza bisogno di costante intervento umano. Questi agenti potrebbero trasformare radicalmente il modo in cui le persone lavorano, rendendo l’IA parte integrante della  quotidianità.
Tuttavia, questi agenti AI non sono privi di rischi, potrebbero infatti diventare “ribelli”, comportandosi in modi potenzialmente dannosi. Anche la questione della responsabilità è preoccupante, chi è responsabile se un agente compie azioni dannose? E che dire delle implicazioni morali, quando un agente guadagna denaro o prende decisioni autonome?

I ricercatori stanno effettuando svariati test per valutare gli agenti AI e per stabilire poi delle politiche regolamentari. Gli incentivi commerciali per creare agenti AI sono enormi, ma è necessario agire il prima possibile per comprendere e gestire il loro impatto, prima che diventino una realtà diffusa.

Leggi l’articolo completo: AI “agents” could do real work in the real world. That might not be a good thing. su vox.com.

Foto di Clay Banks su Unsplash.

Accedi per vedere questi contenuti

registrati se non lo ha ancora fatto