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In Cina l’IA si muove tra regolamentazione ambigua e crescita illimitata

Immagine di una mano robot molto simile a quella umana con sul palmo della mano rappresentata la bandiera cinese con la scritta "AI". Immagine generata tramite DALL-E 3 da Marta Baronio

Il governo cinese sta adottando un approccio poco chiaro nella regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale, consentendo all’industria nazionale di crescere senza restrizioni severe. 

Nonostante la sua severità verso le piattaforme tecnologiche per i consumatori, le regolamentazioni sull’IA sono intenzionalmente “flessibili”, poco precise. Secondo Angela Huyue Zhang, autrice di “High Wire: How China Regulates Big Tech and Governs Its Economy”, la Cina segue uno schema prevedibile di regolamentazione tecnologica: un periodo di flessibilità per le aziende, seguito da dure repressioni e infine da un nuovo allentamento delle restrizioni. Questo modello si è verificato con aziende come Alibaba e Tencent.
Nonostante la Cina abbia reagito rapidamente con alcune regolamentazioni sull’IA, queste sono rigide solo per quanto riguarda la libertà di parola e il controllo dei contenuti, ma offrono poche misure esecutive per prevenire danni, incluso il rispetto dei diritti umani. 

Secondo Zhang la Cina passerà alla repressione regolamentare solo in caso di gravi abusi dell’IA che minacciano la stabilità sociale, sostenendo che probabilmente uno scenario del genere si manifesterà tra non molto.

Leggi l’articolo completo: Why the Chinese government is sparing AI from harsh regulations – for now su technologyreview.com.

Immagine generate tramite DALL-E 3.

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