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Intelligenza artificiale, i medici hanno ancora poca fiducia | Il Corriere della Sera

Sebbene la maggioranza di quelli intervistati ritenga che l’AI possa supportare il processo decisionale clinico (61%), consenta interventi sanitari più rapidi (54%) e contribuisca a migliorare l’efficienza operativa (55%), lo studio mostra che la diffidenza e lo scetticismo – senza riferimento a prodotti specifici – sono prevalenti. Infatti solo il 42% dei medici ritiene che i dati dell’AI siano affidabili (negli Stati Uniti la percentuale scende al 26%). I camici bianchi con più di 16 anni di esperienza sono ancora più scettici, con soltanto il 33% che si fida della qualità dei dati. Inoltre, i dottori ritengono che, sebbene l’Intelligenza artificiale possa contribuire a ridurre le disparità di assistenza (54%), la tecnologia sia anche soggetta a «bias», cioè a pregiudizi incorporati (44%).

Per quanto riguarda i pazienti, invece, la priorità assoluta per il futuro, ancor prima delle soluzioni all’avanguardia che consentono di individuare più rapidamente potenziali problemi di salute, viene da loro individuata in una maggiore flessibilità nelle modalità, nei luoghi e nei tempi di erogazione dei servizi sanitari. Un apparente paradosso, visto che uno degli effetti positivi largamente riconosciuti ad esempio alla telemedicina sta proprio nella flessibilità di risposta sanitaria che riesce a garantire.

Secondo la ricerca, parte di questo disagio nei confronti dei nuovi modelli di erogazione delle cure potrebbe essere attribuito alla scarsa interoperabilità tecnologica del sistema sanitario. Continua a leggere

Estratto da:

Intelligenza artificiale, i medici hanno ancora poca fiducia – Il Corriere della Sera

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