L’IDF (Israel Defense Forces, Forze di Difesa Israeliane), ha dichiarato di aver identificato “oltre 12.000” bersagli nella Striscia di Gaza attraverso la sua divisione di amministrazione dei bersagli. Questa divisione, creata nel 2019, è classificata, ma si sa che utilizza un sistema basato sull’IA chiamato “Habsora” (il Vangelo in inglese), che è stato impiegato per produrre bersagli in modo rapido. I dettagli specifici su come la piattaforma “the Gospel” elabori i dati non sono noti, ma si presume che analizzi una vasta gamma di informazioni provenienti da droni, comunicazioni intercettate, dati di sorveglianza e informazioni sui movimenti e modelli di comportamento di individui e gruppi. La divisione bersagli ha contribuito a costruire un database di 30.000-40.000 presunti militanti negli anni, e sistemi come “the Gospel” sono stati cruciali nella compilazione di elenchi di individui autorizzati ad essere assassinati.
Secondo le fonti, quando veniva autorizzato un attacco alle case private di individui identificati come affiliati a Hamas o Jihad Islamica, i ricercatori di bersagli sapevano in anticipo il numero di civili previsti da uccidere. Ogni bersaglio aveva un file con un punteggio di danni collaterali che specificava quanti civili probabilmente sarebbero stati uccisi nell’attacco. Un’ex fonte militare israeliana ha dichiarato che la decisione di colpire veniva presa dal comandante di turno, alcuni dei quali erano più propensi a ordinare attacchi rispetto ad altri.
Tuttavia, esperti in materia di IA e conflitti armati sono scettici sulle affermazioni che i sistemi basati sull’IA riducano i danni ai civili, sottolineando la distruzione evidente nella Striscia di Gaza come prova contraria. Alcuni ritengono che l’accelerazione del processo di creazione di bersagli tramite sistemi come “the Gospel” sollevi preoccupazioni sulla possibilità che i comandanti umani perdano la capacità di valutare in modo significativo il rischio di danni collaterali in situazioni complesse.
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