L’idea di The City and the Stars è di ambizione calcolatamente folle: non si va nel futuro, ma in un tempo così lontano che il futuro della fantascienza ordinaria appare come passato remoto, verso cui non si deve neanche avere nostalgia. L’uomo, dopo milioni d’anni di battaglie, s’è costruito un mondo artificiale chiuso: è il mondo che si chiama Diaspar, dove non c’è più neanche la morte e non ci sono più bambini, regolato, programmato, custodito da un grande Calcolatore Centrale, costruito dalle intelligenze più alte qualche milione d’anni fa…dall’introduzione di Lorenzo Arruga
Diaspar, un’immensa metropoli del futuro. Una superciviltà arrivata all’ultimo stadio dello sviluppo. Un pianeta deserto, ostile, “proibito”: è in questo scenario che si muove Alvin, il giovane eroe di questo romanzo che resta fra i più celebri di Clarke. La domanda che lo ossessiona é: come riscoprire l’antico segreto della razza umana? Come uscire dal labirinto sotto vetro e tornare al volo spaziale?
Leggi la scheda Estratto da: La città e le stelle, Arthur C. Clarke