(continua da Il frutto dell’albero della conoscenza)
L’Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri di Denis Diderot e Jean-Baptiste Le Rond d’Alembert mirava a far conoscere l’albero della conoscenza umana, tutto ciò che l’uomo aveva scoperto con la ragione e l’intelligenza a tutta la società, diffondendo così i “lumi … e anche quel germe di scienza che impercettibilmente predispone gli spiriti a più profonde conoscenze”.
I sistemi AI sono basati sulla raccolta di tutta la conoscenza presente sul web, e quindi presentano una analogia rispetto all’Enciclopedia illuminista.
A differenza di Diderot e d’Alembert, le aziende che producono sistemi AI non hanno come scopo la diffusione di questi strumenti. Questa è l’interpretazione che nasce dal tentativo di utilizzare il legislatore per realizzare una “regulatory capture”: creare norme che rendano più difficile sviluppare sistemi AI imponendo un licensing che favorisce le grandi aziende che sono più avanti nell’AI generativa.
Ci troviamo di fronte alla possibilità che poche aziende possano accedere liberamente a questi sistemi lasciando alle altre e agli utenti solo la possibilità di accedere a sistemi molto limitati, ribaltando la prospettiva illuminista di fede nel progresso, nella razionalità di tutti gli esseri umani, nella democrazia liberale e nella crescente secolarizzazione della società.
Di questo paradosso parla approfonditamente Jeremy Howard, imprenditore, ricercatore e fondatore del sito www.fast.ai nell’articolo
AI Safety and the Age of Dislightenment. Model licensing & surveillance will likely be counterproductive by concentrating power in unsustainable ways
Per ritornare allo spirito illuminista dell’Enciclopedia, Howard propone di focalizzarsi sugli usi pericolosi dei sistemi AI piuttosto che sulla pericolosità dei sistemi stessi che porta all’argomento del licensing.
Questa prospettiva permetterebbe la diffusione di sistemi “open source” aperti a tutti, un’analogo moderno dell’Enciclopedia illuminista.
