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La rivoluzione biomedica e la rivoluzione dell’intelligenza artificiale: un’analisi etica dei parallelismi e delle differenze

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Per capire i fattori di continuità e di differenza tra la rivoluzione bioetica – frutto sul piano etico-culturale della rivoluzione biomedica intervenuta sul piano operativo biomedico – e la più recente rivoluzione IA-etica, che sulla scorta dell’Intelligenza Artificiale sta cambiando i parametri della vita sociale e personale, è opportuno partire con uno sguardo aperto alla situazione complessiva. Normalmente il senso comune ci porta a guardare le novità sulla scorta delle regolarità passate e già note, quasi che le novità altro non siano che una lieve (impercettibile) modifica di quanto già c’era – senza apportare alcuna reale frattura. Lo schema mentale ricordato può contare sul fatto che in effetti nella storia le novità sono qualcosa di raro, per cui nella maggioranza dei casi il canone della continuità ha la prevalenza. Tuttavia, ciò non capita sempre, e nel caso specifico della bioetica sarebbe un errore esiziale partire – com’è stato fatto e come ancora da alcune parti si continua a fare – supponendo che le cose nuove vanno viste come la continuazione del passato e un mero prolungamento di questo.

Va cambiato il punto di vista. Si deve riconoscere che a partire dalla Seconda guerra mondiale, la biomedicina ha compiuto un salto di scala, nel senso che ha aumentato in maniera straordinaria e incomparabile rispetto al passato la potenza dell’intervento. Mentre prima si limitava a dare un timido aiuto al finalismo naturale, ora si trova ad essere in grado di controllarlo e di modificarlo. Questa acquisita capacità apre orizzonti nuovi sul piano etico, dal momento che prima il bene umano era come preconfezionato entro il quadro stabilito dal finalismo naturale, mentre dopo questi limiti si dissolvono e il bene è svincolato da quel quadro naturale.

Foto di Braňo su Unsplash

In ambito etico la nascita della bioetica ha comportato una vera e propria rivoluzione, una di quelle trasformazioni che capitano molto di rado. Nel caso specifico, è forse la prima intervenuta dall’inizio della civiltà. Infatti, da quando gli umani hanno abbandonato la vita nomade e hanno pensato di vivere in villaggi o città, le regole della vita sociale sono state scandite in larga misura dal modello biologico, la cui sequela era garanzia per la continuazione dei gruppi sociali. In questo senso, l’etica tradizionale formatasi agli albori della civiltà ha previsto il divieto assoluto di interferenza o di violazione del finalismo vitale, stabilendo un canone che nel corso dei millenni ha informato e plasmato la vita sociale.

Questo canone ha cominciato a entrare in crisi con la rivoluzione industriale che ha significativamente trasformato le relazioni economiche e sociali: il crollo dell’aristocrazia (1789) ha comportato la fine dei divieti assoluti a livello politico, anche se per quasi due secoli hanno continuato a regolare il piano della famiglia e dell’intimità vitale.

L’avvento della “pillola”, del metodo Karman prima e della RU-486 poi circa l’aborto, della fecondazione assistita hanno portato al controllo della riproduzione umana, e questo fatto ha in pratica scardinato l’antico impianto etico dell’ippocratismo e fatto emergere una nuova etica senza assoluti che rapidamente ha conquistato la civiltà occidentale e si sta diffondendo nel globo. I conflitti scoppiati nel mondo ortodosso (guerra in Ucraina) e gli altri che dilaniano l’Islam sono un esito indiretto di questa radicale e profonda trasformazione etica. Ecco in che senso la bioetica ha rivoluzionato l’etica tradizionale.

Una rivoluzione etica è un fenomeno grandioso, paragonabile alla nascita di una nuova lingua. Per capirne la portata basti pensare che la Rivoluzione francese o russa hanno cambiato l’assetto istituzional-politico della Francia e della Russia, ma non hanno scalfito né la lingua francese né quella russa, tanto che ancor oggi leggiamo Moliere o Tolstoj senza difficoltà. Qualcosa di simile accade anche con l’etica, che è un sistema normativo profondamente interiorizzato e resiliente alle intemperie superficiali.

Bisogna riconoscere che la bioetica ha creato una rivoluzione etica senza precedenti, una rivoluzione che ha modificato assetti che valevano da millenni, forse dall’inizio della civiltà come a noi nota. Se si riconosce questo, si deve anche considerare che è difficile pensare che l’IA comporti una rivoluzione analoga. Questa c’è già stata e i cambiamenti repentini di paradigma non sono quotidiani: avvengono ogni mille anni o più, e una volta intervenuti resta l’adeguamento entro la normalità.

Foto di Michael Dziedzic su Unsplash

Riconoscere che la rivoluzione circa l’etica è già avvenuta con la bioetica non è svalutare il ruolo e l’impatto che l’IA verrà ad avere sull’etica. La bioetica è stata rivoluzionaria perché la rivoluzione biomedica ha portato il controllo della vita biologica e così ha trasformato radicalmente le condizioni di vita. È da questo cambiamento che nascono le nuove condizioni del bene e l’idea che l’etica non ha assoluti ma solo doveri primia-facie. Dire questo è riconoscere che nel volgere di pochi anni abbiamo assistito a un radicale cambiamento delle condizioni storiche e a una altrettanto profonda trasformazione in ambito etico. Non si esclude affatto che l’IA porterà a ulteriori cambiamenti storici delle condizioni di vita, da cui seguiranno corrispettive trasformazioni etiche.

In altre parole, la rivoluzione in etica è già avvenuta con l’avvento della bioetica, ma nulla esclude che gli sviluppi della trasformazione in corso procedano secondo linee innovative oggi difficili da prevedere sulla scorta di quanto sarà reso disponibile e messo in atto dall’IA. A questo proposito il vero problema è riconoscere che una tecnica così potente come l’IA non va considerata come l’analogo della doccia che ci dà acqua tiepida che scivola via sulla pelle senza un impatto determinante, ma piuttosto va vista come qualcosa che penetra nell’intimo e ci trasforma da dentro. Non sono in grado di articolare con precisione il pensiero, ma come ho già cercato di dire in altro contributo, ho l’impressione che l’IA apporterà modifiche così profonde all’attuale forma di vita da portare a soluzioni profondamente diverse da quelle attuali. In questo senso diverso dal precedente, anche l’IA può essere vista come fattore che apporta una rivoluzione in etica.

Immagine: Foto di Arseny Togulev su Unsplash

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