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L’algoritmo predittivo “life2vec”: prevedere malattie e rischi

Nell’articolo “This algorithm could predict your health, income, and chance of premature death” di Holly Barker, pubblicato su “Science” il 18 dicembre 2023, si presenta uno studio condotto da Sune Lehmann e il suo team presso la Technical University of Denmark. Questo studio si è concentrato sull’utilizzo degli algoritmi predittivi per analizzare le storie di vita di milioni di individui danesi, attingendo a dati dettagliati provenienti dai registri nazionali del paese. Queste informazioni spaziavano dai redditi e benefici sociali ai titoli di studio, esperienze lavorative, visite ospedaliere e diagnosi mediche.

L’algoritmo “life2vec” è stato addestrato attraverso modelli linguistici avanzati, simili a quelli impiegati da ChatGPT. Questo modello ha interpretato e predetto gli sviluppi futuri basandosi sulla sequenza temporale degli eventi nella vita di ciascun individuo. L’addestramento, condotto dal 2008 al 2016, mirava a individuare pattern nelle sequenze degli eventi storici di ogni persona, formulando previsioni fino al 2020.

I risultati ottenuti hanno dimostrato una precisione del 78% nel prevedere la probabilità di morte prematura. Tra i fattori di rischio identificati sono emersi redditi bassi, diagnosi di malattia mentale e genere maschile. Tuttavia, gli errori del modello spesso derivavano da eventi imprevedibili, come gli incidenti.

Nonostante l’importanza di tali risultati, esperti hanno sollevato dubbi riguardo alla generalizzazione dei dati al di fuori della popolazione danese e all’esistenza di possibili pregiudizi nei dati stessi. È stato citato l’esempio dell’overdiagnosi della schizofrenia tra le persone di origine africana, evidenziando come tali distorsioni potrebbero influenzare decisioni discriminatorie in contesti come le assicurazioni e l’occupazione.

Gli algoritmi predittivi sono capaci di individuare indicatori di benessere e supportare decisioni informate. È fondamentale, però, comprendere che non si tratta di profezie divinatorie, ma di strumenti analitici basati su correlazioni. Non sono palle magiche, ma strumenti di calcolo. Il loro impiego dovrebbe focalizzarsi non sulla previsione del futuro, ma piuttosto sull’affrontare responsabilmente rischi personali e sociali.

In conclusione, gli algoritmi predittivi come “life2vec” possono risultare utili nella prevenzione delle malattie e nella valutazione dei rischi, ma è imprescindibile proteggere la privacy individuale e promuovere l’equità sociale.

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