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Libertà di parola, ma non di ricerca

Mentre Musk riammette su X il rapper Kayne West (ora Ye) bannato dall’allora Twitter per le sue posizioni antisemite in nome della libertà di parola nella piazza pubblica (virtuale), porta in tribunale il Center for Countering Digital Hate, organizzazione non profit per la ricerca sull’odio online che ha pubblicato una ricerca in cui evidenzia come dopo l’acquisizione di Twitter da parte di Musk sia diminuita fortemente la moderazione dei contenuti contenenti odio. Il Center for Countering Digital Hate danneggerebbe la raccolta pubblicitaria di X e sarebbe finanziato da concorrenti e governi stranieri.

Qui trovate l’articolo incriminato: Twitter fails to act on 99% of Twitter Blue accounts tweeting hate.

La strategia non è nuova, e viene usata contro concorrenti, impiegati, e utenti.

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