L’articolo Postdigitale. Per una Intelligenza artificiale culturale di Simone Arcagni, pubblicato sul Sole 24 Ore il 26 settembre 2023, getta una luce interessante sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale (IA) come fattore culturale e filosofico, oltre che tecnologico ed economico.
Arcagni inizia il suo articolo affermando che la rivoluzione digitale è giunta a termine, e ora ci troviamo in un’epoca in cui il digitale è parte integrante della nostra cultura e del nostro modo di pensare. Questo nuovo paradigma, noto come “postdigitale”, richiede una prospettiva diversa, una che vada oltre l’aspetto tecnologico per considerare il digitale come una forma di cultura, pensiero e filosofia.
L’autore sottolinea che le radici dell’IA risalgono a discipline come la mnemotecnica, la combinatoria e la cibernetica, che hanno profondamente influenzato la nostra cultura e il nostro modo di concepire il mondo.
Arcagni sostiene che l’IA non dovrebbe essere vista solo come un ambiente o uno strumento, ma come un vero e proprio “’organismo’ con cui entrare in relazione in maniera complessa”.
Sottolinea l’importanza di comprendere a fondo le implicazioni dell’IA generativa e richiama il convegno “Intelligenza Artificiale: Creatività, Etica, Diritto e Mercato”, promosso dal Ministero della Cultura, nel quale è emersa la necessità di trovare percorsi in cui la creatività umana e l’Intelligenza Artificiale possano convivere in armonia.
In sintesi, il postdigitale è un’evoluzione del digitale, in cui la tecnologia non è solo un mezzo, ma diventa parte integrante della nostra esperienza umana.