Le aziende tecnologiche mantengono segreto il consumo di energia e acqua necessario per addestrare i loro complessi modelli di intelligenza artificiale.
Benché i programmi di IA sembrino immateriali, in realtà sono alimentati da server situati in centri dati sparsi in tutto il mondo, che richiedono una considerevole quantità di energia per funzionare e grandi volumi di acqua per il raffreddamento.
Poiché le informazioni sul consumo d’acqua potrebbero essere utilizzate per dedurre la capacità di calcolo dei modelli delle aziende, queste preferiscono mantenere segrete le loro pratiche riguardo all’uso dell’acqua: imprese come OpenAI, Google e Microsoft non divulgano infatti informazioni riguardo alla quantità di energia e acqua necessarie per addestrare e far funzionare i loro modelli, né rivelano le fonti di energia utilizzate nei loro centri dati o la posizione precisa di alcuni di essi.
La quantità effettiva di acqua utilizzata può variare notevolmente in base al luogo e al momento in cui il modello è stato addestrato. Ad esempio, in una zona calda come l’Arizona, sarà necessaria una grande quantità di acqua per evitare il surriscaldamento dei server, mentre in luoghi come il Wyoming, un centro dati potrebbe utilizzare meno acqua.
Luccioni è uno dei pochi ricercatori che ha cercato di valutare le emissioni generate nella creazione di specifici modelli di IA. In un documento di ricerca ancora non sottoposto a peer review, Luccioni e i suoi coautori hanno calcolato la quantità di energia utilizzata per addestrare Bloom, il modello linguistico di grandi dimensioni sviluppato da Hugging Face.
Hanno scoperto che questo programma ha generato circa 50 tonnellate di emissioni di anidride carbonica, equivalente a circa 60 voli tra Londra e New York.
“Potrebbe essere giustificato sostenere i costi ambientali nel trattamento del cancro, ma sarebbe uno spreco utilizzarla in altri casi.”
Tuttavia, l’IA generativa è diventata una sorta di ossessione. “Esiste l’idea che un’azienda sia già obsoleta se non utilizza questa tecnologia”, ha affermato Luccioni.
Continua a leggere! Estratto da: As the AI industry booms, what toll will it take on the environment? – The Guardian