Secondo il test effettuato da Shira Ovide, giornalista per The Washington Post, il chatbot di shopping di Amazon non soddisfa le aspettative. Nonostante l’azienda di Jeff Bezos stia sperimentando un’intelligenza artificiale per semplificare gli acquisti, la giornalista comunica che il risultato è stato deludente. Il chatbot, chiamato Rufus, è ancora in fase di sviluppo e sebbene non sia stato un disastro, è stato giudicato principalmente inutile.
Le raccomandazioni offerte sono risultate poco utili e incoerenti, spesso non rispondendo in modo efficace alle domande che gli son state poste.
Anche altri chatbot di grandi aziende, come ChatGPT, Microsoft e Google, hanno mostrato un rendimento altalenante.
Nonostante alcuni risultati positivi in termini di domande specifiche sui prodotti, il problema rimane: molti di questi chatbot non riescono a soddisfare le aspettative degli utenti e rappresentano una tassa sul loro tempo, attenzione e potenzialmente sui loro soldi.
La necessità di migliorare l’esperienza dei chatbot è evidente, soprattutto considerando le promesse non mantenute e i risultati deludenti che spesso offrono agli utenti.
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