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Sfide energetiche dell’IA, l’impatto crescente sui data center e le conseguenze ambientali.

Immagine di data center imgIX

Entro il 2050 i data center richiederanno “mille volte più energia elettrica di oggi”, a causa dell’impennata dei consumi associati all’intelligenza artificiale (AI). Questa rivelazione è stata confermata da Renato Mazzoncini, amministratore di A2A, che ha annunciato la necessità di triplicare la potenza elettrica a Milano per far fronte all’enorme domanda di energia derivante dalle tecnologie AI.

L’uso intensivo dei data center nell’addestramento dei modelli di AI sta alimentando una crescente fame di energia, portando a domande cruciali sull’ambiente e sulle decisioni politiche. L’ingente consumo energetico delle piattaforme di AI come ChatGPT sta mettendo in discussione la sostenibilità delle fonti energetiche e il futuro del clima. La crescita esponenziale delle necessità di calcolo supera la capacità dei microchip di diventare più efficienti, portando a un aumento senza precedenti dei consumi elettrici.
Per integrare efficacemente l’AI nelle infrastrutture nazionali, è necessaria una programmazione strategica e un investimento massiccio in infrastrutture digitali e energetiche. Alcuni paesi, come la Francia, stanno già pianificando il futuro, investendo in nuove centrali nucleari per alimentare i loro data center e competere nell’ambito dell’AI. L’Italia, invece, sembrerebbe essere impreparata a fronteggiare questa sfida. 

Sebbene l’integrazione dell’AI potrebbe portare a benefici significativi in termini di crescita economica e capacità di cura, molti paesi non stanno attuando le politiche necessarie per sfruttare appieno questo potenziale. 

Leggi l’articolo completo: La bolletta astronomica dell’intelligenza artificiale (a cui l’Italia non è ancora pronta) sul corriere.it.

Foto di imgix su Unsplash.

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