Telepatia di Neuralink: l’interfaccia wireless cervello-computer

L’esperimento ha visto l’utilizzo di un robot per posizionare chirurgicamente 64 fili estremamente sottili, più fini di un capello umano, in una parte specifica del cervello che gestisce l'”intenzione di movimento”. Questi fili, fondamentali per il funzionamento del dispositivo, sono progettati per ridurre al minimo il danno al tessuto cerebrale e per consentire un posizionamento preciso. Il chip impiantato, alimentato da una batteria ricaricabile senza fili, registra e trasmette i segnali cerebrali. Questi segnali vengono poi interpretati da un’app, che decodifica come la persona intende muoversi. I risultati iniziali hanno mostrato promettenti attivazioni neuronali, con il paziente che sta recuperando dall’intervento.
L’AI intervista i pazienti

L’oggetto della ricerca è un sistema di AI, basato su un modello avanzato di linguaggio (LLM), progettato per condurre interviste mediche. Questo chatbot AI, denominato Articulate Medical Intelligence Explorer (AMIE), è stato sviluppato per interagire con pazienti simulati, raccogliere la loro storia medica e fornire possibili diagnosi.
Il sistema è stato addestrato utilizzando dialoghi sia reali sia simulati, con lo scopo di imitare le interazioni tra medico e paziente. Per testare l’efficacia di AMIE, sono stati organizzati incontri online, basati su interazioni testuali, con attori formati per impersonare pazienti affetti da varie condizioni mediche. Questi incontri sono stati confrontati con quelli condotti da medici umani, valutando l’accuratezza delle diagnosi e la qualità della conversazione.
I Robot Artisti

Agnieszka Pilat, artista che risiede presso SpaceX a Hawthorne, California, ha curato un’eccezionale mostra in collaborazione con i robot cani Spot di Boston Dynamics presso la National Gallery of Victoria a Melbourne, Australia. Pilat, originaria della Polonia e cresciuta dietro la “Cortina di Ferro”, vede la tecnologia come una “speranza”.
Interfaccia cervello-computer: questioni etico-legali

L’immaginario di un futuro in cui i pensieri umani sono verbalizzati attraverso una sorta di interfaccia esterna porta con sé interrogativi sulla privacy individuale e sulla libertà di scelta. Questa prospettiva inquietante suscita un’attenta riflessione sulle normative e sulle linee guida necessarie per regolamentare queste tecnologie che possono avere un utilizzo benefico. Va sottolineato infatti il potenziale positivo di queste tecnologie, in particolare nel supporto a individui affetti da gravi patologie neurologiche, come la sindrome di Locked-in, per migliorare la loro comunicazione e interazione con il mondo esterno.
Auguri dall’AI

L’AI utile per l’autenticazione delle opere d’arte

L’AI è stata addestrata su 49 opere indiscutibili di Raffaello e riesce a riconoscere con un’accuratezza del 98% le opere autentiche dell’artista, esaminando dettagli come la tavolozza di colori, le tonalità e i tratti di pennello.
Oltre la Linea Rossa: l’impatto dell’Intelligenza Artificiale Generale sull’Umanità

Attualmente, l’AI è sotto controllo umano e le sue azioni sono regolate dalla legge. Tuttavia, esistono preoccupazioni riguardo a futuri sviluppi in cui l’AI potrebbe diventare autonoma e determinare i propri obiettivi.
Regolamentazione dell’AI: paralleli con la Medicina

L’articolo traccia un parallelo tra la regolamentazione nella medicina e quella nell’intelligenza artificiale, mettendo in luce come entrambe le aree affrontino sfide simili.
Animate Anyone decreterà la fine di TikTok?

Un team di ricercatori della gigante cinese del commercio e della tecnologia Alibaba ha pubblicato questa settimana un articolo dettagliato su un nuovo modello, chiamato “Animate Anyone“. La reazione online è stata in generale “RIP TikTokers”, con l’implicazione suggerita che i creatori di contenuti di danza su TikTok saranno presto sostituiti dall’intelligenza artificiale. Il modello […]
Il bivio dell’AI tra scienza e prescienza: l’equilibrio tra il sorprendente e il fondato

L’impiego improprio dell’AI sta causando un’ondata di ricerche poco affidabili o inutili, delineando un paesaggio scientifico che sembra essere ancora in uno stato di “far west”.