L’articolo “Social media algorithms ‘amplifying misogynistic content’”, scritto da Sally Weale e pubblicato su The Guardian il 6 Febbraio 2024, presenta una ricerca sull’impatto degli algoritmi dei social media, soprattutto TikTok, nel promuovere contenuti misogini. La ricerca, effettuata da team dell’University College London e dell’Università del Kent, ha monitorato l’evoluzione dei contenuti suggeriti da TikTok, rilevando un incremento quattro volte maggiore di video con tematiche misogine in un arco di cinque giorni. Questo aumento evidenzia una tendenza allarmante non solo online, ma anche nel comportamento reale dei giovani, specialmente negli ambienti scolastici.
Per analizzare l’algoritmo di TikTok, il team di ricerca ha creato profili con interessi specifici, monitorando i cambiamenti nei tipi di video suggeriti. Questo metodo fornisce una comprensione dettagliata di come l’algoritmo possa influenzare la percezione degli utenti e la diffusione di contenuti dannosi.
Per affrontare questo problema, l’articolo suggerisce l’adozione di una “dieta digitale sana”. Questo approccio implica un uso più consapevole e controllato dei social media, incoraggiando gli utenti, in particolare i giovani, a diversificare le loro fonti di informazione e intrattenimento e a sviluppare una maggiore critica nei confronti dei contenuti.
L’amplificazione di contenuti misogini sui social media non è solo un problema tecnologico, ma riflette e rinforza atteggiamenti e pregiudizi esistenti nella società. Questo fenomeno può avere implicazioni profonde, influenzando le norme sociali e peggiorando problemi come la discriminazione di genere e la violenza contro le donne.
Per contrastare questa tendenza, l’articolo menziona l’Online Safety Act, una legislazione mirata a regolamentare i contenuti accessibili ai minori su internet. Questa legge, che assegna nuovi poteri all’Ofcom (Office of Communications), prevede sanzioni significative per le aziende di social media che non rispettano le normative, diffondendo contenuti nocivi.
La regolamentazione dei contenuti online, come quella prevista dall’Online Safety Act, è indubbiamente importante, tuttavia è fondamentale che il sistema educativo svolga un ruolo attivo nel fornire agli studenti gli strumenti necessari per adottare una “dieta digitale sana”.
In passato, si educava i giovani ad evitare espressioni rozze e misogine, spesso etichettate come “battute da bar”. Oggi, la sfida è diversa, si deve educare i giovani a evitare le “battute da TikTok” e altri contenuti nocivi presenti sui social media. A differenza del contesto limitato di un bar, i social media hanno una portata e un impatto molto più ampi, rendendo la loro influenza più pervasiva e sottile. L’educazione digitale nelle scuole dovrebbe quindi andare oltre la semplice sicurezza online, abbracciando un approccio che include la consapevolezza dei media e il pensiero critico.