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Uomo avvisato, mezzo salvato

Dopo Geoffrey Hinton, anche l’altro “padrino dell’AI”, Yoshua Bengio, direttore scientifico del Montreal Institute for Learning Algorithms (MILA), lancia l’allarme “rischi catastrofici causati dall’AI” in un intervento sull’Economist:  una “superhuman AI” potrebbe “violare i diritti umani, minare la democrazia o minacciare l’umanità intera”.

Perchè non si rende conto, come anche Hinton e molti altri autorevoli scienziati, che nel lanciare questo allarme sta screditando il lavoro dei tanti scienziati che guardano ai già molti rischi più a breve termine e che già ora chi ha cattive intenzioni può usare l’AI per violare i diritti umani e minare la democrazia?

Perchè ipotizza che la responsabilità possa essere nell’AI stessa, diventando “un’altra specie sulla terra che ci sorpassa in intelligenza e potere”, facendoci “perdere il controllo sul nostro futuro”?

Perchè parla solo di intelligenza sovraumana, implicitamente indirizzando la ricerca verso il solo obiettivo di creare AI che emulano gli esseri umani e non considerando altre forme di intelligenza, come l’intelligenza distribuita della società?

Chi ha l’autorevolezza di Bengio e Hinton dovrebbe capire che le proprie affermazioni condizionano il lavoro della comunità scientifica e dovrebbero essere coscienti delle responsabilità che si prendono in questo ruolo.

Altrimenti il termine “padrino” diventa davvero pertinente.

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