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X: due pesi, due misure

Twitter, dopo l’acquisizione miliardaria da parte di Elon Musk e la sua “ristrutturazione” (licenziamento di personale, dismissione dei moderatori di contenuti e degli esperti di etica, riapertura di account bannati, marcia avanti e indietro su spunta blu, ridenominazione in X) ha perso circa il 59% dei profitti pubblicitari, che costituiscono la maggior parte delle entrate.

Per recuperare la fetta di mercato pubblicitario perso ora Musk vuole seguire la stessa strategia recentemente adottata con le sue automobili Tesla: abbassare i prezzi per i clienti. Qui in clienti ovviamente sono i brand e non gli utenti di Twitter.

Se volete spendere meno potete in pubblicità rinunciare alla garanzia che il vostro messaggio pubblicitario compaia accanto a tweet che non contengono odio, polarizzazioni, contenuti disdicevoli (evidentemente non per tutti i brand la fiducia del consumatore è tutto). Il brand può scegliere diversi “sensitivity settings“: ad es. per andare sul sicuro si può scegliere: “Avoidance example: targeted hate speech, explicit sexual content, gratuitous gore, excessive profanity, obscenity, spam, drugs“.

La retorica sottostante questa scelta è la seguente: “On X, people are free to be their true selves. And over the past 9 months, X has delivered a decade’s worth of innovation focused on creating an engaging and healthy environment where everyone, including advertisers, can connect safely. We believe free expression and platform safety are not at odds and we want to empower brands to join the conversation on their terms.”

E ancora, seguite il mio esempio, dice Musk: “I would recommend advertisers not be super concerned about content adjacency, Tesla and SpaceX are not and the ‘less desirable’ ad inventory is much cheaper!

A fare da controllore un algoritmo AI, da X in questo caso pudicamente chiamato solamente “machine learning”, dato che ormai il termine AI è associato alla fine del mondo.

Ma a questo punto è inevitabile chiedersi: se questi algoritmi censori funzionano bene nel 99% dei casi per chi compra spazi pubblicitari, come dice X, perchè non offrire la stessa possibilità anche a noi utenti di Twitter/X?

Perchè essere costretti a sorbirci tutte le brutture del mondo? Se si può avere un Twitter/X più sano ma Musk rinuncia a farlo, il messaggio è chiaro.

L’articolo completo lo trovate su Mashable: Elon Musk can filter offensive tweets for advertisers. Why not for users?
As hate speech explodes on Twitter/X, Musk offers discounts for advertisers who don’t mind being seen next to its worst content.

Dal sito di Twitter/X:

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