Il suo non è un ottimismo fideistico. «Bisogna partire dicendo cosa c’è di sbagliato nei modelli attuali di “machine learning”. Fanno schifo, almeno rispetto a esseri umani e animali. Sono sistemi specializzati e fragili. Sono in grado di passare un esame da avvocato perché si tratta di reperire informazioni, ma non ragionano davvero. Non hanno alcuna comprensione reale del mondo. Non sanno pianificare. È evidente che manca qualcosa di molto importante».
Che cosa? La risposta è da cercare più nelle neuroscienze che nell’informatica (infatti dentro Fair c’è chi studia il funzionamento del cervello).
A Parigi ha svelato I-Jepa (Image Joint Embedding Predictive Architecture), che Meta ha descritto come «un passo avanti verso un’intelligenza di livello umano nell’AI».
Tra i sogni di LeCun e il futuro c’è di mezzo anche il confronto con le regole in arrivo, a partire dall’AI Act europeo. Il modello di approccio che Meta ha scelto è diverso da quello di altre aziende del settore ed è radicato nell’idea di condivisione e apertura della ricerca scientifica in cui si muove LeCun e i suoi team.
Continua a leggere! Estratto da : Parla Yann LeCun, il «padrino» dell’Intelligenza artificiale: «No, le macchine non conquisteranno il mondo. Vi spiego perché»